Può un guscio dall’aspetto così ruvido e spartano contenere al suo interno una creatura minuta e preziosa dagli innumerevoli pregi? Consumate solitamente in occasioni gourmet, le ostriche vanno trattate adeguatamente. È una di quelle domande che continuo a farmi ogni volta che penso alle ostriche e all’universo di informazioni e aneddoti che ruotano attorno a questi curiosi molluschi. Altamente ecosostenibili, le ostriche sono allevate soprattutto nelle zone costiere e vicino alle lagune: grazie alla loro funzione di filtraggio e purificazione delle acque, da qualche tempo, si parla di oyster-tecture per indicare il loro utilizzo nella costruzione di barriere utili alla depurazione dell’ecosistema marino.
Consumandosi prevalentemente crude è fondamentale scegliere delle ostriche dalla freschezza assicurata. Per prima cosa fate attenzione al loro peso: se sono troppo leggere vuol dire che non contengono sufficiente liquido e che quindi sono sicuramente morte. Le ostriche fresche sono quelle che, una volta aperte, contengono molto liquido e hanno una polpa che si stacca facilmente dalle pareti della valva. Se il guscio ha un buon profumo di mare allora quasi sicuramente è un’ostrica di qualità.
Come consumare le ostriche crudeLe ostriche vanno servite su un piatto di ghiaccio per far sì che mantengano una temperatura fra i 4°C e gli 8°C. Ora scegliete il modo che più preferite per gustarla la meglio: il consiglio è quello di sorseggiare all’inizio il liquido salato rimasto all’interno per preparare il palato e ridurre il volume dei molluschi più grandi. A questo punto, potete scalzare l’ostrica dal guscio e aiutandovi con il dito indice – o con una forchetta – prelevare il mollusco con la bocca senza toccare il guscio (per evitare eventuali impurità) e iniziare a masticare dolcemente. Esistono molte tipologie di abbinamenti da creare con le ostriche nate in territorio francese. Le nostra proposta include: